Ieri sera nella puntata di Forza Juve su Rete 7 è andato in scena un sipario interessante con un’intelligente scambio di idee tra il noto giornalista sportivo Xavier Jacobelli e alcuni membri dello studio della trasmissione tutta juventina. Moltissimi gli argomenti affrontati ieri sera durante la telefonata, da questa Juventus stellare che fa sognare i tifosi fino all’addio al calcio giocato del Capitano della Roma Francesco Totti.
La prima domanda viene fatta dal conduttore Roberto Grossi:
Buonasera, questa sera ci stiamo concentrando sia sulla partita giocata contro il Monaco sia dopo per il Derby, una partita altrettanto importante, volevo sapere la sua opinione su quello che è successo in Champions, se sia aspettava una Juve così forte e così convinta, e poi un’opinione sul derby della Mole che andrà in scena tra 48 ore
“Mi aspettavo una prova di forza della Juventus, più di quanto avesse fatto contro il Barcellona, e anche nella partita di Bergamo in cui mi è piaciuto moltissimo anche Allegri sia la preparazione ma soprattutto per fare quella mossa tattica che ha consentito l’esclusione di Cuadrado l’avanzamento di Barzagli e Dani Alves, di spiazzare Jardim e di piazzare una vittoria totalmente legittima e meritata a conferma del salto di qualità con cui ha compiuto la formazione bianconera nell’arco di questa stagione bianconera, che va vista in ottica di Champions, subendo 2 gol, infatti questo lascia ben sperare sia nella gara di ritorno e soprattutto in chiave Cardiff”.
Una domanda da Daniel Formento, collaboratore e redattore di questo sito “Signora Mia Calcio News”;
Allegri è stato criticato spesso ad inizio anno e continuava a dire “arriverà la Juve da febbraio/marzo in poi” ma nessuno si sarebbe mai aspettato che la Juve giocasse un calcio così bello, una Juve che ha giocato bene insomma, tuttavia si sarebbe aspettato questo livello qui?
“Assolutamente sì, io non trattengo i complimenti, come alcuni che hanno criticato in maniera ingenerosa il lavoro di un allenatore che ha dato molto, oramai nelle sue tre stagioni alla Juventus, e che abbia consegnato tanto alla storia del calcio italiano e anche a quello del calcio europeo, visto che nel 2015 è arrivato in finale di Champions e che ora gode di ottime possibilità di riguadagnare un’altra finale di Champions nello stretto di due anni solari e io credo che Allegri sia in questo momento il miglior allenatore del mondo e non lo penso soltanto io ma anche moltissimi miei colleghi italiani e stranieri, i quali hanno espresso pareri positivi e questa è un’ulteriore conferma della bravura del tecnico livornese, il quale ha gettato le basi sul rinnovamento (di formazione ndr) non adesso ma nell’estate del 2016 quando la spettacolare campagna acquisti della Juventus lasciava presagire che le basi fossero talmente solide da permettere al club bianconero di portare a Torino Higuain, Pjanic, Dani Alves, e anche questo significa che la programmazione a lungo respiro abbia dato i suoi frutti, penso all‘operazione Caldara o all’operazione Orsolini, tutto questo ci dice che il solco scavato dalla Juventus in Italia rispetto agli avversari sia incolmabile.
Un’ulteriore domanda è stata fatta da Roberto Grossi, conduttore del programma:
Se la finale di Champions League fosse Juve-Real, come la vede lei?
“Benissimo, perché credo che sarebbe in confronto ideale tra le due squadre più forti del mondo, sono i risultati, sono il gioco che hanno espresso, è vero che nel Real Madrid ci sono priorità vincenti su tutte quelle di Cristiano Ronaldo però è altrettanto vero che di queste grandi priorità ne dispone anche la Juventus, mi è piaciuta molto la prova di Dybala di ieri sera a conferma che la maturazione tecnico e tattica di questo ragazzo che ha soltanto 23 anni, così come mi stupivano molto le critiche mosse a Higuain perchè ha segnato solo 3 gol in Champions League, come se questo fuori classe non fosse capace di azioni risolutive come quelle che abbiamo visto fare a Higuain. Sarebbe la miglior finale auspicabile per questa Champions League, con questa Juventus che questa Champions League può davvero vincerla.”
L’ultima domanda viene fatta da Enrico Heimann:
Cosa ne pensi tu che vivi a Roma da anni dell’intervento del nuovo direttore sportivo della Roma Monchi che ha liquidato sostanzialmente la carriera di Francesco Totti, io lo giudico un intervento risolutivo, necessario e positivo, vorrei sapere anche la tua opinione.
Io credo che dal punto di vista dei disegni, della strategia impostata dalla società questo fosse un passaggio obbligato, d’altra parte anche la società attraverso un comunicato aveva avvertito che questa sarebbe stata l’ultima stagione di Totti, ma non mi è piaciuto affatto il modo, non mi è piaciuto lo stile, non mi è piaciuto che fosse un signore come Monchi che è appena arrivato a Roma e che quindi non può naturalmente conoscere gli equilibri del mondo romanista, ma soprattutto che cosa significhi Totti nella storia della Roma e nel calcio italiano, stiamo parlando di un giocatore che per 25 anni consecutivi ha indossato la stessa maglia, che ha segnato 307 gol tra campionato e coppe nell’arco di 738 presenze con la stessa maglia. Totti ha 41 anni è strafinito- aggiunge Heimann, volto storico della Gazzetta dello Sport, Monchi è arrivato nuovo e ha avuto l’incarico di comunicare quello che in un’ottica societaria appare indifferente “Ma aldilà del rilievo anagrafico, io non contesto il fatto che la Roma abbia il diritto di fare la sua scelta così, non mi è piaciuto il modo perché secondo me doveva essere Totti a comunicare quello che Monchi ha comunicato, tuttavia è una posizione difficile”.