28 anni fa morivano Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta del magistrato, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
1000 chili di tritolo.
Un magistrato eroe. Eroe, perché a volte non si tratta più di fare il proprio lavoro, ma di combattere avendo come scudo solo i propri principi, la propria onestà, il proprio coraggio.
Quello di fare la cosa giusta.
Nel frattempo la criminalità organizzata si è evoluta, si è fatta “furba”.

Purtroppo il sacrificio (non solo fisico) di pochi non basta, soprattutto se ci “limitiamo” ad onorarne, doverosamente, la memoria.
Quel sacrificio contiene una traccia, un messaggio, un moto che deve entrare prepotentemente nella coscienza di ogni individuo e provocare uno scossone di massa.
Individuo per individuo, uno per uno.
Perché la coscienza arriva molto prima di qualsiasi legge, è quello il primo lavoro da fare.

Non so se il nostro Paese, se il mondo meriti uomini dello spessore di Giovanni Falcone; francamente ho forti dubbi.
Ne ha, ne abbiamo, però, enormemente bisogno.
Sono sicuro, infine, che il miglior modo per onorarne la memoria, per dare un briciolo di senso a qualcosa che non può averne, sia portare quell’enorme eredità morale nella coscienza di ognuno di noi.

Avv. Domenico Quarracino