“Parigi val bene una messa”: una massima storica, celeberrima, pronunciata nel lontano 1593 da Enrico III di Navarra in occasione della sua ascesa al trono di Francia. Per potersi fregiare del titolo di sovrano, egli dovette rinunciare alla sua fede ugonotta e convertirsi al cattolicesimo, sacrificando così il proprio credo per la corona e assumendo il nome di Enrico IV.
Una vicenda che, con le dovute proporzioni, trova un parallelismo nei giorni nostri, seppur in un contesto totalmente differente: a distanza di 424 anni, infatti, vi sono altri due uomini che hanno scelto di abbandonare le loro antiche convinzioni per inseguire un obiettivo comune, la vittoria.
Uno di essi è Massimiliano Allegri, l’allenatore della Juventus, che nei suoi primi 24 mesi alla guida della compagine sabauda ha preferito schierare con costanza la difesa a 3, per non spezzare la “Maginot” tutta italiana eretta a sostegno dei legni di Gianluigi Buffon e per non smantellare in fretta e furia l’assetto tattico costruito ex novo da Antonio Conte nelle sue tre stagioni in bianconero.
Adesso, però, qualcosa è cambiato: a causa di una sequela di problemi fisici, il livornese ha potuto mandare pochissime volte contemporaneamente in campo Barzagli, Bonucci e Chiellini, e, complice l’infortunio di Daniele Rugani a settembre e la condizione fisica a tratti precaria di Benatia, rientrato in settimana dalla Coppa d’Africa dopo un mese trascorso nel continente nero, si è visto costretto a forgiare soluzioni alternative.
Così, al termine di un lento processo evolutivo, il Conte Max ha sposato la filosofia della difesa a 4 e adottato un modulo maggiormente aggressivo, che gli consente di poter contare sull’apporto simultaneo di quattro attaccanti e su un mix di dinamismo e raffinatezza in mediana, dove Khedira ricopre alla perfezione il ruolo di frangiflutti, concedendosi di tanto in tanto anche qualche sortita offensiva, e Pjanić svolge le funzioni del playmaker dal piede fatato, preservando l’istinto del killer sui calci da fermo.
Con due centrali e due terzini, nelle ultime tre partite fra campionato e Coppa Italia la Juventus ha incassato appena una rete e al triplice fischio finale ha sempre esultato: sì, la strada imboccata è quella giusta.
All’inizio dell’articolo, tuttavia, parlavamo di due uomini che hanno voltato le spalle alle idee del passato: infatti, anche il tecnico dell’Inter, Stefano Pioli, nelle ultime ore sta meditando di ripetere l’esperimento che in stagione ha proposto soltanto a dicembre in casa contro il Genoa, ottenendo peraltro i tre punti senza subire goal. Contro il “Grifone” i nerazzurri avevano disputato novanta minuti con la difesa a 3 composta da Murillo, Miranda e D’Ambrosio, fornendo buone impressioni.
A sorpresa, l’allenatore emiliano, stando a quanto riportato da “La Gazzetta Sportiva”, potrebbe presentarsi questa sera allo Juventus Stadium con questo vestito quasi totalmente inedito, con un’unica, piccola variazione: a completare il terzetto di fronte ad Handanovič sarebbe Medel, che con Pioli ha arretrato di qualche metro il proprio raggio d’azione, al fine di consentire a D’Ambrosio di schierarsi largo a sinistra in un centrocampo a quattro composto da Gagliardini, Kondogbia e Candreva, con l’obbligo di abbassarsi in fase di non possesso per contenere la verve di Cuadrado.
Se tale indiscrezione venisse confermata, il Derby d’Italia potrebbe rivelarsi foriero di marcature, in quanto il reparto difensivo dell’Inter accetterebbe, di fatto, l’uno contro uno con gli attaccanti juventini, ma riuscirebbe anche a creare maggior densità nella tonnara di mezzo per rifornire i suoi tre terminali offensivi.
Ad oggi, la Juventus ha incassato 16 reti in 21 incontri di Serie A, l’Inter 23 in 22: cifre che, con ogni probabilità, verranno ritoccate verso l’alto intorno alle 22.40, quando sapremo chi, tra Allegri e Pioli, si sarà avvicinato di più a Parigi, vestendo i panni del nuovo Enrico IV.