Se non fosse stato per quella sbavatura di Asamoah, che ha consentito a Callejón di portare a termine il proprio affondo sul secondo palo, probabilmente oggi gli occhi di tifosi e addetti ai lavori sarebbero puntati sul ritorno in pompa magna della BBC dal primo minuto in uno schieramento difensivo a 3, roba che a Torino non si vedeva dal 2016.
Per la semifinale d’andata di Coppa Italia contro il Napoli, Massimiliano Allegri ha scelto di affidarsi alla vecchia (ma sempre affidabilissima) guardia, con Bonucci faro di un reparto che sul centrodestra ha visto agire Barzagli e sul lato opposto Chiellini. Con il 3-4-3 i campioni d’Italia hanno concesso appena tre tiri ai partenopei, di cui due dai 25 metri: segno che l’antica (ma non troppo) Maginot offre ancora ampie garanzie.
Nella ripresa, poi, con il ritorno al 4-2-3-1, agevolato dall’ingresso in campo di Cuadrado in luogo di Lichtsteiner, la Juventus ha tenuto in mano per 45 minuti il pallino del gioco, senza che Insigne e compagni riuscissero a calciare verso la porta difesa da Neto.
E anche quando Barzagli, tradito dai tacchetti, scivola pericolosamente nei pressi della sua area di rigore, concedendo una ghiotta opportunità al Napoli, ci pensa Chiellini a scacciare il pericolo con una deviazione in angolo, mentre il centrale di Fiesole si rialza e, con l’umiltà di un ragazzo della Primavera, chiede scusa ai suoi colleghi: sono soprattutto questi atteggiamenti a fare grande la Juve.