Può l’istinto dei grandi bomber albergare nell’animo (e nei piedi) di un playmaker difensivo? La risposta è sì e a suggerirla è Leonardo Bonucci. Il centrale della Juventus, autore del goal del definitivo 4-0 con cui i bianconeri hanno archiviato la pratica Genoa, ha confermato ancora una volta che non è necessario essere attaccanti per risultare determinanti sotto porta.

Torino 2304-2017 – Juventus vs Genoa 2016-2017
Nella foto: esultanza bonucci
Statistiche alla mano, il numero 19 zebrato è l’unico difensore ad aver realizzato almeno 2 reti in ciascuno degli ultimi 4 tornei di Serie A, ed è, insieme a Francesco Acerbi (Sassuolo), uno dei due difensori che ha segnato almeno 3 marcature in ognuno degli ultimi 3 campionati.
Dati importanti, che Massimiliano Allegri dimostra di non trascurare: raramente il tecnico livornese ha escluso Bonucci dall’undici titolare, e quando l’ha fatto è stato per ragioni di turn-over o punitive (leggasi in tal senso la tribuna di Oporto nell’andata degli ottavi di finale di Champions League).
Il viterbese è un elemento imprescindibile tanto nella difesa a 3 quanto nell’ormai collaudatissimo 4-2-3-1; la sua capacità di impostare l’azione dalla retroguardia, infatti, fa di lui un secondo regista e consente ai terminali offensivi e ai centrocampisti della “Vecchia Signora” di aggredire la profondità, nella speranza di essere premiati da un lancio lungo eseguito proprio dall’ex Bari, il quale, così facendo, mette fuori causa gli avversari e rende sterile il loro pressing.
Bonucci è abilissimo anche in fase di non possesso: raramente perde un duello uno contro uno o si fa saltare dal portatore di palla ed è sempre ben posizionato sugli schemi da palla inattiva, ostentando grande sicurezza nel gioco aereo.
Insomma, non c’è da stupirsi se la scorsa estate il suo cognome sia stato pronunciato dagli allenatori più blasonati d’Europa, in primis Pep Guardiola: centrali dai piedi buoni come Leo sono merce rara, costosa e invidiata al giorno d’oggi e la Juventus non ha alcuna intenzione di privarsi di lui, che, unitamente a Gianluigi Buffon, Andrea Barzagli e Giorgio Chiellini, forma una delle retroguardie più solide di tutte le ere calcistiche.