Sembra quasi una sorta di accerchiamento mediatico,notizie che non trovano nessun riscontro oggettivo e tampoco dimostrabile ma solo basato su storie losche fatte di organizzazioni malavitose atte a incentivare i “loro” interessi (con fatti di tagliandi e quant’altro) mettendo in cattiva luce società serie e lontane da questi loschi meccanismi.
Da quel lontanissimo ed afoso pomeriggio estivo quando davanti l’hotel Parco dei Principi in Roma ebbe inizio con una drammatica quanto inaccettabile sentenza sportiva la condanna della più prestigiosa società calcistica d’Italia: la F.C.Juventus. La penalità fece scandalo per la sua misura e per la inaccettabilià dei fatti a lei attribuiti. Retrocessione in B con 30 punti di penalizzazione, revoca dello Scudetto 2004-2005, non assegnazione dello Scudetto 2005-2006. Stessa sorte anche per (Lazio-Milan-Fiorentina) che furono però penalizzate solo con punti. La Juventus pagò per tutti. Da quella maledetta serata romana fatta di sospetti e sentenze e “farse” e da quelle ceneri la società di corso Galileo Ferraris riuscì a risollevarsi leccandosi le ferite di un’ingiustizia fatta frettolosamente e nata da luoghi lontani di sale di giustizia, accadimenti gravi che ancora oggi non trovano la minima ed esaustiva giustificazione. Uno Tsunami che in un sol colpo rase al suolo storia e sentimenti popolari nonchè vicende sportive. Da quell’ecatombe la Juventus riuscì a trovare la forza per ricompattarsi nonostante il depauperamento del suo parco giocatori e del suo patrimonio sociale per poi rialzarsi e ricostruirsi da quel poco che ne era rimasto. Nessuna società calcistica, sono sicuro, avrebbe mai digerito e sopportato una simile catastrofe ma la Juventus dimostrò tenacia e orgoglio diventanto oggi una delle 6 società economicamente più potenti del parco europeo.
Tanti concetti e una miriade di riflessioni fece seguito sul perchè di quella storia, di quell’accanimento mediatico con accuse infamanti atte solo a destabilizzare una potenza atletica che stava creando un meritato baratro con la concorrenza. Non bastò dunque solo penalizzare la società ma indebolirla nel suo parco giocatori vendendo al miglior offerente i suoi pezzi pregiati per un tozzo di pane. Artefici di quell’ennesimo sfacelo organizzativo ed imprenditoriale furono gli allora Cobolli Gigli-Blanc e il loro seguito di inesperti e superficiali manager allo sbaraglio. Al danno la beffa di una gestione sconsiderata contribuì dunque al disastro finale.
Oggi la Juve è altra cosa sicuramente. Mancava un’elemento passionale di famiglia presto ritrovato con la conduzione di Andrea Agnelli uomo di vera fede e di continuazione ultra secolare con la passione per la squadra tanto amata dal grande zio Gianni e del papà Umberto. La giusta e naturale continuazione quella del giovane presidente Andrea che dopo la morte dell’avvocato e del dottore e poi ancora dell’avvocato Chiusano aveva creato il baratro destando paure più che giustificate. Agnelli-Juve dunque un binomio questo che da 61 anni ha sempre dato trionfi e soddisfazioni ai tifosi. Un sospetto, ma certo solo quello però, perchè non v’è certezza di coalizione per bloccare lo strapotere sportivo dei bianconeri ma talvolta se n’è parlato. Qualche volta qualcuno lo ha anche sussurrato e come da antica citazione andreottiana “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
La Juve si accinge quindi a vivere la storia e diventare leggenda perchè dopo il quinquennio 30-35 nessuno più potè pensare che un giorno e chissà quando qualcuno avrebbe potuto raccontare ai nipoti 5 scudetti di fila. Oggi si: questo si può fare. Stiamo entrando nella leggenda e a qualcuno sta dando fastidio ma il giochino nel 2006 non si ripeterà.