( Matteo Pagliara )
Questa può essere la Juve?
Sinceramente non possiamo dirlo, questa squadra sembra avere un doppio volto, domina nel gioco, ma fragile mentalmente.
Contro lo Zenit, gli errori di Bonucci e Rugani, hanno macchiato una prestazione che rasentava la perfezione, si è assistito infatti al pressing degli attaccanti sui difensori avversari, un gioco rapido, un baricentro alto e gli inserimenti dei centrocampisti. In mezzo al campo abbiamo visto una diga formata da Locatelli nel ruolo di play, e un McKennie gigantesco.
Bernardeschi, Alex Sandro e Danilo, correvano per la squadra, mentre Dybala, ha cercato per l’ennesima volta di caricarsi la squadra sulle spalle, sembrando di  esserci riuscito, infatti i numeri dicono tre legni, due gol, un assist. Chiesa invece è parso imprendibile dagli avversari, facendo il bello e il cattivo tempo sulla fascia mancina, con i suoi continui dribbling.
In Champions abbiamo conquistato la qualificazione con due turni d’anticipo, unica squadra italiana ad aver raggiunto al  momento l’obiettivo, stesso discorso per la formazione primavera che, battendo i pari età dello Zenit, si assicura il passaggio del turno, mettendo in mostra prospetti interessanti, quali Chibozo, Samuel Lling-Junior.
Questa qualificazione, è merito di Allegri che, di ” corto muso ” o di goleada, riesce sempre a centrare l’obiettivo, e se abbiamo rialzato la testa in Europa dopo calciopoli, centrando due finali di Champions, dobbiamo ringraziare il Mister.
Per quanto riguarda il campionato, Empoli, Sassuolo e Verona, sono le note stonate di una stagione fin qui altalenante, che hanno prodotto zero punti nei tre match in questione.
La logica ” Allegriana ” è questa, vincere con le ” piccole “, ed è proprio grazie a questa mentalità, che sono stati vinti gli scudetti. Con le ” grandi ” invece, ad esclusione di Napoli, la Juve non ha sofferto più di tanto, però non basta il nome per pensare di vincere, ed è qui che si dovrà migliorare