BUON COMPLEANNO JUVE.                                (di Massimiliano Fantasia).
Una panchina in Corso Re Umberto, uno dei viali nobili nel centro di Torino. Vi si ritrova abitualmente un gruppo di amici, uniti dalla passione per il football, quel gioco così speciale, da poco importato dall’Inghilterra. C’è un’idea che da un po di tempo li stuzzica: fondare una società sportiva che proprio nel football abbia la sua ragione d’essere. I ragazzi studiano al Liceo Classico Massimo D’Azeglio, sono istruiti e il più grande tra loro non supera i 17 anni. Per questo venne scelto il nome di Juventus che  in latino, significa per l appunto gioventù. È il 1 novembre del 1897. Loro ancora non lo sanno, ma stavano per  dare alla vita ad una leggenda.
Nasce così, quasi per gioco, la squadra più gloriosa d’Italia. Il primo presidente della società fu Eugenio Canfari, come campo per disputare tutte le partite interne, si decise di puntare su quello di Piazza d’Armi ,rimaneva da decidere quali fossero i colori sociali e che maglia indossare e alla fine si decise per una maglia rosa,abbinandovi un elegante cravattino nero salvo poi doverci ripensare perche quel tessuto rosa ad ogni lavaggio tendeva a scolorirsi.Con quella maglia comunque nel 1900, la Juventus debutta in campionato. Soltanto nel 1903 si decise di passare al bianconero grazie ad un idea di Tom Gordon Savage, attaccante inglese e primo giocatore straniero nella storia del club,che nel corso di uno dei suoi tanti viaggi a Nottingham dove viveva la famiglia ,vide giocare il Notts City rimanendo colpito dalla sua divisa tanto che decise di proporla al dott.Botto nel frattempo insediatosi alla presidenza del club che volle farla importare per i giocatori della Juventus.Nel 1905 arriva il primo titolo italiano, al termine di un’avvincente finale a tre con il Genoa e la Milanese. Il presidente è lo svizzero Alfredo Dick che però, dopo qualche screzio nello spogliatoio e alcune contestazioni, lascia la società,e con lui alcuni dissidenti , insieme fonderanno il Torino portando che tesserera’ i migliori calciatori stranieri. Seguiranno anni non facili per la Juventus che, fino allo scoppio della Grande Guerra, dovrà soffrire l egemonia di squadre come Bologna  Pro Vercelli e  Casale. Subito dopo il primo conflitto mondiale però, i bianconeri torneranno ad essere protagonisti: il portiere Giacone e i terzini Novo e Bruna sono stati i primi giocatori bianconeri a vestire la maglia della Nazionale. Presidente è il poeta e letterato Corradino Corradini, che è anche l’autore dell’inno sociale che ha resistito sino agli anni sessanta.Sarà lui a costruire l ossatura della squadra che esattamente dopo 21anni conquisterà il secondo scudetto, è il 22 agosto del 1926.

Il 1923 è un anno speciale: in Prima Squadra debutta Giampiero Combi, uno dei più grandi portieri di tutti i tempi, e, soprattutto, cambia la guida della società. Il 24 luglio l’assemblea dei soci elegge per acclamazione il nuovo presidente:a salire al timone della squadra è il dottor Edoardo Agnelli, figlio del fondatore della FIAT. La squadra avrà presto un campo tutto suo, in Corso Marsiglia. Le tribune sono in muratura e i tifosi aumenteranno giorno dopo giorno. Ci sono insomma tutte le premesse per salire ai vertici assoluti del calcio italiano: a rafforzare una squadra che già conta su giocatori come Combi, Rosetta, Munerati, Bigatto e Grabbi, arrivano il primo vero allenatore, l’ungherese Jeno Karoly, e il primo fuoriclasse straniero, anch’egli ungherese, stiamo parlando della mezz’ala sinistra Hirzer.
Nel 1925/26 la Juventus conquista come detto il secondo tricolore, dopo un’avvincente finale con il Bologna, superato solo allo spareggio, e una finalissima con l’Alba Roma. É solo l’inizio: dal 1930 al 1935 la Juve è la padrona assoluta del campionato e a Torino arrivano cinque scudetti consecutivi. I protagonisti del “Quinquennio d’oro” sono il tecnico Carlo Carcano e campioni del calibro di Orsi, Caligaris, Monti, Cesarini, Varglien I e II, Bertolini, Ferrari e Borel II. La Juve dà anche un apporto determinante alla Nazionale, che conquista il titolo mondiale a Roma nel ’34. Sempre negli anni Trenta la squadra fa le prime esperienze di calcio internazionale, partecipando alla Coppa Europa, antenata illustre della Coppa dei Campioni. I bianconeri non hanno fortuna, ma in ben quattro occasioni approdano alle semifinali.
La Juventus torna al successo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1947, Giovanni Agnelli, figlio di Edoardo, tragicamente scomparso nel 1935 in un incidente aereo, diventa presidente della società, i cui campioni più rappresentativi sono adesso Carlo Parola, i danesi John Hansen e Karl Aege Praest e, soprattutto, Giampiero Boniperti. Arrivano, accolti da folle oceaniche di tifosi, gli scudetti del 1950 e del 1952. Nel 1954 Giovanni Agnelli lascia la presidenza, che l’anno dopo passerà al fratello Umberto. Un nuovo ciclo trionfale è alle porte: con l’arrivo di Omar Sivori e John Charles, la squadra bianconera conquista lo scudetto nel 1958, fregiandosi, prima società in Italia, della stella al merito sportivo per avere raggiunto i dieci titoli nazionali. Negli anni Sessanta arrivano altri tre successi, l’ultimo, nel ’67, sotto la presidenza di Vittore Catella, ma è con l’inizio del nuovo decennio che la storia bianconera si fa ancor più gloriosa. Giampiero Boniperti ha ormai appeso le scarpe al chiodo, ma non ha mai  smesso di guidare la squadra: prima lo faceva dal campo,poi lavorando a stretto contatto con il Presidente Vittore Catella e a partire dal 1971, esattamente a partire dal 13 luglio, inizia a farlo da dietro la scrivania.Iniziera’ per la Juventus un periodo di grandi trionfi basti pensare che in meno di 15 anni, vincerà praticamente tutto quello che c era da vincere ,fino ad arrivare per la prima volta sul tetto del Mondo, è l 8/12/1985.. Vincere non è importante ma è l unica cosa che conta ..questo è ciò che ogni giocatore che arriva alla Juve deve imparare in fretta,Boniperti nel febbraio del 1990 lascerà definitivamente la carica di Presidente a Vittorio Caissotti di Chiusano ma il DNA della Juventus rimarrà immutato,tanto che anche negli anni a venire,fino ad arrivare ai giorni nostri, si sono alternati cicli importanti a stagioni meno felici ma anche dalle pagine più buie si è sempre riusciti a rialzarsi e ad uscirne rafforzati.La storia della Juventus è ricca di aneddoti che vale la pena raccontare,di personaggi ,non solo calciatori,che hanno contribuito a renderla immortale e tutto ebbe inizio quel 1/11/1897 su quella panchina in corso Re Umberto,quando un gruppo di amici con la passione del football,vennero stuzzicato dall idea di fondare una società sportiva che proprio nel football aveva la sua ragione di essere…senza sapere che avrebbero dato vita ad una leggenda.